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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), X, 30
 
originale
 
30. Erat mons ligneus, ad instar incliti montis illius, quem vates Homerus Idaeum cecinit, sublimi instructus fabrica, consitus virectis et vivis arboribus, summo cacumine, de manibus fabri fonti manante, fluvialis aquas eliquans. Capellae pauculae tondebant herbulas et in modum Paridis, Phrygii pastoris, barbaricis amiculis umeris defluentibus, pulchre indusiatus simulabat magisterium. Adest luculentus puer nudus, nisi quod ephebica chlamida sinistrum tegebat umerum, flavis crinibus usquequaque conspicuus, et inter conas eius aureae pinnulae colligatione simili sociatae prominebant; quem [caduceum] et virgula Mercurium indicabat, Is saltatorie procurrens malumque bracteis inauratum dextra gerens (adulescentis), qui Paris videbatur, porrigit, qui mandaret Iuppiter nutu significans, et protinus gradum scitule referens et conspectu facessit. Insequitur puella vultu honesta in deae Iunonis speciem similis: nam et caput stringebat diadema candida, ferebat et sceptrum. Inrupit alia, quam putares Minervam, caput contecta fulgenti galea ? et oleaginea corona tegebatur ipsa galea ? clypeum attollens et hastam quatiens et qualis illa, cum pugnat.
 
traduzione
 
Si vedeva una montagna di legno, altissima, simile al famoso monte Ida cantato da Omero, ricoperta di piante vere, tutte belle verdeggianti; dalla cima, grazie all'abilit? del macchinista, scaturiva una sorgente che versava le sue acque gi? per le pendici, come un fiume; alcune capre brucavano l'erbetta e un giovane, che rappresentava Paride, il pastore frigio, le guardava, stupendamente vestito con un mantello di foggia orientale, che gli scendeva dalle spalle e una tiara d'oro sul capo. Accanto a lui un fanciullo bellissimo e tutto nudo salvo che per la piccola clamide che gli copriva la spalla sinistra; erano uno stupore i suoi capelli biondi e da essi spuntavano due piccole ali d'oro, simmetriche, perfette: era Mercurio e portava la verga e il caduceo. A piccoli passi di danza egli avanz? reggendo nella destra una mela d'oro che porse al giovane raffigurante Paride, indicando con un cenno l'incarico che gli aveva affidato Giove, poi con la stessa grazia si ritrasse e scomparve. Apparve allora una fanciulla dai nobili lineamenti, che faceva la parte di Giunone; aveva, infatti, il capo coronato da un diadema scintillante e recava lo scettro. Poi entr? nella scena un'altra che non avresti potuto confondere: era Minerva e aveva un elmo scintillante in capo e sull'elmo una corona d'ulivo; imbracciava lo scudo e scuoteva la lancia simile in tutto alla dea quando scende in battaglia.
 

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